Valpolicella Superiore De Buris 2017
11 Giugno 2024De Buris: un ponte tra Vino, Cultura e Bellezza
5 Luglio 2024La Valpolicella, situata a nord-ovest di Verona, è una terra che incanta per la sua fusione di bellezze naturali, storia millenaria e tradizioni artigianali.
Questo territorio, esteso su circa 240 km², è delimitato dal fiume Adige e dalle Prealpi Orientali, e la sua complessa storia geologica inizia milioni di anni fa.
Un territorio forgiato dal tempo
La formazione geologica della Valpolicella risale a un periodo compreso tra 250 e 65 milioni di anni fa.
Originariamente sommersa dal Mare della Tetide, che si estendeva dal Sahara al Circolo Polare Artico, ha subito significativi cambiamenti tettonici che hanno portato alla sua emersione e modellamento attuale. I depositi marini si sono sedimentati, mentre le eruzioni vulcaniche sottomarine hanno contribuito a separare le stratificazioni.
Circa 30 milioni di anni fa, durante la fine dell’Era Terziaria, il fondo marino iniziò a sollevarsi a causa di spinte tettoniche provenienti dall’interno della Terra.
Negli ultimi 25 milioni di anni, processi di orogenesi e altri eventi geologici hanno scolpito le valli e formato il territorio come lo conosciamo oggi.
L’era Quaternaria, iniziata circa un milione di anni fa, ha visto l’apparizione dei primi animali moderni e dell’uomo.
La Valpolicella non è una valle nel senso stretto del termine, poiché le sue acque defluiscono a valle da tre principali collettori (iprogni di Negrar, Marano e Fumane) e una ventina di altri minori. L’intervento umano ha ulteriormente modificato il paesaggio con terrazzamenti a gradini e muri a secco, noti come marogne, rendendo il territorio adatto alla coltivazione della vite e di altre colture.
Le tracce del passato: dall’età preistorica al periodo Romano
Le tracce umane più antiche nella Valpolicella risalgono a circa 115 mila anni fa, con circa 70 siti archeologici preistorici identificati.
Gli abitanti del Paleolitico, Neolitico ed Eneolitico erano cacciatori, raccoglitori e lavoratori della pietra, che sfruttavano le risorse naturali locali.
Nel VI-IV secolo a.C., durante la protostoria, si svilupparono villaggi organizzati e la popolazione di origine reto-etrusca iniziò a praticare l’agricoltura e l’allevamento.
Uno dei ritrovamenti più significativi è stato fatto in località Archi di Castelrotto, dove sono stati rinvenuti oltre 1.500 vinaccioli di Vitis Vinifera Sativa, a dimostrazione che l’uva era coltivata, raccolta e fatta fermentare già in tempi antichi.
Prima dell’arrivo dei Romani, alla fine del I secolo a.C., il Pagus Arusnatium costituì una comunità organizzata che si estendeva su gran parte della Valpolicella, a cui i Romani lasciarono una certa autonomia amministrativa. Questa popolazione era impegnata nell’estrazione della pietra e del ferro, nella costruzione di abitazioni, nella cerealicoltura e nella viticoltura.
La Valpolicella Classica: dal periodo Romano ai giorni nostri
Nel corso dei secoli, un tema costante ha intrecciato le vicende della Valpolicella: la dedizione alla coltivazione della vite e alla produzione di vino.
Durante il periodo romano, la Valpolicella era nota per la produzione di vino retico, che continuò a diffondersi.
Nel periodo delle invasioni barbariche, con il re ostrogoto Teodorico, la Valpolicella fu apprezzata per la sua fertilità e per il vino passito, noto come “Acinatico“.
I Longobardi invece lasciarono numerosi toponimi e influenze culturali ma fu solo nel Medioevo che il nome “Valpolicella” fu ufficializzato. Più precisamente nel 1177 da Federico Barbarossa. Un nome che riassume la geografia del territorio. Deriva infatti dal vocabolo latino “Pullum”, indicante le formazioni alluvionali fertili.
In seguito, nel 1313 nacque la Contea di Valpolicella sotto Federico della Scala.
Dal 1404 al 1797, la Valpolicella visse un periodo di relativo progresso grazie ai privilegi concessi dalla Repubblica Veneziana. L’economia era basata sull’agricoltura, il commercio fluviale e l’artigianato specialmente lapideo, ma anche tessile e vinicolo su base familiare.
Al dominio veneziano seguì l’epoca Napoleonica e Austriaca durante la quale la regione subì saccheggi e arruolamenti forzati, da cui si riprese durante il Regno Lombardo-Veneto (1814-1866).
Infine, l’Unità d’Italia che specialmente dagli anni ’60 del secolo scorso ha trasformato il territorio con una lenta e progressiva industrializzazione che non ha risparmiato nessun settore.
Una vita scandita dalle stagioni e dal lavoro nei campi
La vita era scandita dal ritmo campane e dalle feste religiose che segnavano le principali date dell’anno agricolo. Tra queste:
- 2 febbraio: “Seriòla” segnava la fine dell’inverno.
- 14 febbraio: San Valentino, inizio della potatura delle viti.
- 12 aprile: San Zeno, incubazione dei semi dei bachi da seta.
- 29 giugno: San Pietro, periodo di maturazione dei frutti.
- 16 agosto: San Rocco, raccolta delle noci.
- Prima domenica di ottobre: al Rosario, inizio della vendemmia.
- 25 novembre: Santa Caterina, inizio della raccolta delle olive.
L’agricoltura produceva cereali, foraggi, legumi, frutta e uva, utilizzata per produrre vino da pasto e passito, chiamato Recioto dal XIX secolo.
La produzione artigianale comprendeva la lavorazione della pietra, la filatura della seta e la costruzione di barche.
DE BURIS: il lusso del tempo
Il tempo ha forgiato la Valpolicella con la sua ricca storia e le sue tradizioni.
Un lento movimento che ha attraversato le ere geologiche generando le condizioni ideali per la creazione di un terroir unico, come il progetto d’alta gamma De Buris della famiglia Tommasi.
De Buris è il lusso del tempo, è lo scorrere delle stagioni che scandisce la maturazione del vino, dove bottiglia di Amarone della Valpolicella Riserva o Valpolicella Classico Superiore racconta una storia di territorio, tempo e impegno, incarnando le essenze autentiche di questa terra straordinaria.
Scopri la nostra storia e i nostri vini.
Rimani inoltre aggiornato su tutti gli eventi De Buris seguendoci anche sui nostri canali social.