LA GROLETTA

Siamo nella parte più alta del vigneto La Groletta, a 250 metri di quota, con rese molto basse e da sempre considerata una zona privilegiata per la qualità delle uve. Il posto migliore per far nascere un sogno: guardando il Lago di Garda ma protetti dai Monti Lessini, in posizione ideale, perché il microclima deve essere perfetto. Questi terreni sono ideali per l’attivazione di precursori aromatici tipici, dove prevalgono la forza del frutto e le spezie più scure.

Soltanto 1,9 ettari di vigneto, dalle bassissime rese, adagiati sulla cima della collina che si affaccia sul Lago di Garda, custodiscono il sogno di catturarne gli aromi ed i sentori. La complicità fra il suolo argilloso, l’esposizione a sud-ovest e le brezze del lago di Garda, crea un’alchimia speciale che esalta il talento delle uve autoctone della Valpolicella. Il tempo, anno, dopo anno, aggiunge la sua inimitabile firma.

Le “radici” geologiche di questo terreno raccontano una storia complessa e diversificata che inizia 170 milioni di anni fa: una ”danza” di movimenti tettonici che custodiscono e testimoniamo gli ambienti marini che si sono succeduti e la formazione di questo particolare sottosuolo strettamente connesso con l’innalzamento della Catena Alpina e dei Monti Lessini, ma anche con la storia del Fiume e del ghiacciaio dell’Adige. Sulle due formazioni rocciose principali della Maiolica e del Rosso Ammonitico, si appoggia un suolo che vede al suo interno anche la presenza di argilla, limo, sabbie e ghiaie, ricco di carbonati e di potassio, ideali per conferire al vino colori compatti, profumi intensi, bassa acidità, qualità fine e longevità.

LA VALPOLICELLA CLASSICA

Le radici di De Buris sono racchiuse in un singolo vigneto dalle straordinarie qualità, dove il terroir unico custodisce la storia e le tradizioni della Valpolicella Classica.
Il nome “Valpolicella”, fu ufficializzato da Federico Barbarossa nel 1177. L’etimologia del nome, sulla scorta di studi storici, glottologici e fonetici, è spiegata come derivazione del vocabolo latino “Pullum”, documentato dall’agronomo Columella, che nell’opera “De Re Rustica”, identifica le particolari formazioni alluvionali ricche di limo e di humus propizio a lussureggiante vegetazione spontanea. Il toponimo indica località sorte su fondivalle dove i corsi d’acqua favorivano il formarsi di isolotti, anche non duraturi, che nella regione dovevano essere abbastanza frequenti.

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